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Automazione industriale e robotica: un mondo ancora al maschile?

In vista della festa della donna vogliamo dedicare uno sguardo al ruolo delle donne nel settore dell’automazione e della robotica.
Nel 2021, una ricerca di Eurostat ha dimostrato che le donne rappresentavano solo il 21% degli scienziati e degli ingegneri nel settore manifatturiero. Ancora, il Global Gender Gap Report 2023 del World Economic Forum, oltre a rivelare amaramente che l’Italia si posiziona al 79° posto su 146 Paesi a livello mondiale per quanto riguarda la parità di genere, mette in evidenza che il divario di genere è ancora più evidente quando si parla di professioni tecnico-scientifiche.

Le cifre non mentono.
Ci sono ancora poche donne nei ruoli STEM in generale ed in particolare nel settore dell’automazione.
Ma cosa si può e bisogna fare per ridurre la disparità di genere nel settore dell’automazione e incoraggiare un maggior numero di donne a lavorare in questo settore?

Analisi recenti di McKinsey & Company, hanno dimostrato che una significativa diminuzione della percentuale di donne impiegate in questi cambi di studio avviene in due momenti specifici: durante il passaggio dall’istruzione secondaria all’università e dall’università al mondo del lavoro. Gli studi spiegano anche il perché:

  • durante la scuola secondaria le ragazze ricevono un sostegno inferiore da parte di insegnanti, genitori e dei pari rispetto ai ragazzi per intraprendere carriere STEM;
  • le ragazze crescono con l’idea di non essere brave nelle materie STEM e che siano principalmente ambiti maschili.

Credit. McKInsey & Company, Women in tech: the best way to solve Europe’s talent shortage, January 24, 2023. 

Ecco che dunque serve un approccio strategico mirato che vada a modificare lo storytelling che si è fatto finora delle materie STEM, superare preconcetti per cui siano ambiti per gli uomini ed incoraggiare le giovani ragazze ad intraprendere percorsi di studio tecnico-scientifici con pratiche di mentoring e di avvicinamento al mondo ingegneristico.

Ad esempio, Omron UK ha un programma STEM molto valido che prevede visite aziendali e fornitura di attrezzatura nelle scuole, consentendo agli studenti di toccare con mano la robotica e farsi un’idea di ciò che l’automazione comporta. A seguito di queste iniziative giovani ragazze hanno detto che l’ingegneria potrebbe essere adatta a loro, afferma Philippa Glover, membro del Senior Leadership Team di Omron per Regno Unito e Irlanda.
Siamo tutti chiamati ad un maggiore impegno verso i giovani realizzando iniziative che permettano ai ragazzi di ambo i sessi di entrare in contatto con il mondo STEM fornendo loro nuovi modelli di riferimento ed esempi di percorsi di crescita che li ispirino e li incoraggino.
Così come molte realtà del nostro settore, anche Olivero ha una percentuale di lavoratori maschili in ruoli tecnici più alta rispetto a quella femminile e lo squilibrio si vede già in fase di recruiting: quando vengono aperte posizioni tecniche, una gran parte, se non la quasi totalità, degli applicanti è maschile.


Ecco, dunque, che è necessario modificare concretamente il racconto che facciamo come delle professioni tecnico-ingegneristiche del settore industriale affinché non siano considerati mestieri tipicamente maschili ma carriere perseguibili da entrambi i sessi.
A tal proposito, segnaliamo il progetto SHE SPS Italia, community femminile nata in occasione della fiera SPS Italia e dedicata alla valorizzazione del contributo di esperienze e conoscenze di donne che si occupano di automazione e tecnologie per l’industria. L’obiettivo è proprio quello di promuovere la diversità di settore, l’apertura al talento e la spinta alla visione femminile al fine di ridurre sempre di più il gender gap.
C’è ancora molto da fare e serve il contributo di tutti per poter cambiare davvero il settore manifatturiero.

Olivero è un datore di lavoro equo e per le pari opportunità. Crediamo che a fare la differenza siano le nostre competenze e capacità piuttosto che l’età, la nazionalità o il sesso.